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Architettura sostenibile fra Lubiana e Nizza
Constructive Alps 2022

· Dall'autunno 2022 – altre città europee. Al programma

Falkenhütte

Falkenhütte © Rainer Schmid

Gli oltre trenta pannelli di legno esposti forniscono una panoramica di progetti edili distribuiti sull’intero arco alpino. Gli edifici residenziali e commerciali, i rifugi e le scuole qui presentati sono stati selezionati per ricevere il premio internazionale di architettura «Constructive Alps» del 2022 con cui la Svizzera e il Principato del Liechtenstein omaggiano gli interventi di ristrutturazione e gli edifici di nuova costruzione caratterizzati da un’architettura sostenibile. Il primo premio è stato assegnato alla scuola «Feld» nel Canton San Gallo che ha convito la giuria non solo dal punto di vista ecologico, ma anche finanziario, sociale ed estetico. La mostra itinerante, che in otto stazioni audio lascia la parola agli architetti e ai residenti dei progetti premiati, ha già fatto tappa a Vaduz, Berlino, Coira, Lugano e Poschiavo. Come prima mostra all'aperto, «Constructive Alps 2022» è stata ospite del giardino del Museumsquartier Bern nel maggio 2023.

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Superiore: Project de Atelje Ostan Pavlin (Image: Miran Kambič)

Constructive Alps im Museumsgarten (David Schweizer)
Constructive Alps im Museumsgarten (David Schweizer)
Constructive Alps im Museumsgarten (David Schweizer)
Constructive Alps im Museumsgarten (David Schweizer)

Constructive Alps 2022 Ausstellung im Garten des Museumsquartiers Bern (Foto: David Schweizer)


Let’s Talk about Mountains
Un approccio filmico alla Corea del Nord

Dal 18 novembre 2023 al 05 maggio 2024, Deutsches Hygiene-Museum, Dresda

Bergkapelle Kendlbruck
Lasaberg, Kendlbruck, Ramingstein / AT

Foto: © Katharina Schelling

Cosa vi viene in mente quando sentite «Corea del Nord»? Probabilmente le associazioni più diffuse sono Stato totalitario, violazioni dei diritti umani, crisi alimentare e minacce militari. Meno chiaro è il quadro quando si pensa ai 25,5 milioni di nordcoreani, a come stanno e a come vedono il loro mondo. Una troupe cinematografica svizzera si è recata nella penisola coreana durante il breve periodo di disgelo politico del 2018/19 e ha scelto le montagne come leitmotiv per filmati e interviste. Dalle conversazioni sulle esperienze in natura e sui paesaggi montani e dai racconti di scalate edificanti sono emerse microstorie filmiche uniche nel loro genere.La mostra «Let’s Talk about Mountains» ci mostra immagini di vita quotidiana che difficilmente ritroviamo in altri media. Sono incontri a volte spontanei, a volte organizzati, tanto commoventi quanto stimolanti quando si tratta di chiedersi il significato di ciò che ci viene mostrato, quando vogliamo capire più di quanto vediamo. I monti e gli altri spazi naturali diventano forse rifugi privati all’interno di uno Stato totalitario?

Al Deutsches Hygiene-Museum la mostra del Museo Alpino Svizzero viene ampliata da un riferimento storico. Durante la divisione della Germania le montagne erano infatti un elemento di contatto fra la Corea del Nord e la Repubblica democratica tedesca. Negli anni Ottanta del XX secolo alcuni alpinisti sassoni accettarono l’invito a recarsi sulle montagne della Corea del Nord e lì crearono percorsi di arrampicata impegnativi. Per loro l’arrampicata libera nell’Elbsandsteingebirge era sinonimo di libertà personale all’interno dello Stato unitario della Rdt e permetteva di espandere i confini personali laddove non era possibile oltrepassare quelli nazionali.


Curatela: Beat Hächler (Museo Alpino Svizzero) 
Ideazione e regia: Gian Suhner 
Adattamento e ampliamento per la presentazione al DHMD: 
Co-curatela: Andreas Geißler 
Assistenza scientifica alla curatela: Kathrin Haase  


Biwak (it)